Le tecniche

Porcellana all'osso

La porcellana è la piu' nobile delle argille per la presenza in alta percentuale di caolino peculiarità che la rende bianca e resistente.
La prima cottura a biscotto, viene effettuata a 980° per fissare la forma. A questo stadio il pezzo viene scartavetrato per togliere sbavature e migliorare i dettagli. La seconda cottura, senza smalto, viene effettuata a 1280°. Il pezzo verrà levigato ulteriormente per conferire setosità che ricorda appunto l'osso di seppia. Ove è previso viene applicato oro o platino di kt 12 a terzo fuoco, cioè in terza cottura ad una temperatura piu' bassa a 800°.
Utilizzo questa tecnica prevalentemente per la creazione dei gioielli di mio esclusivo design.

Il raku

Antica tecnica giapponese, è stata importata in Europa nei primi anni del '900.
I pezzi, una volta biscottati a 980°, vengono smaltati e ricotti a 920°.  Al culmine della cottura, i pezzi incandescenti vengono estratti dal forno e messi ad affumicare nella segatura  o altro materiale organico. Lo sbalzo termico crea le classiche crepe craquelè che verranno evidenziate dal fumo prodotto. L'assenza di ossigeno e cioè la mancanza di ossidazione, fa risaltare i metalli contenuti negli smalti che affiorano in superfice conferendo lustri imprevedibili che rendono ogni pezzo unico.
Utilizzo questa tecnica per la realizzazione di gioielli o di oggettistica d'arredo.

Lo sgrafito

Utilizzo il gres che tra le argille è la
più resistente.
I pezzi che forgio a tornio o a lastra, allo stadio durezza cuoio, li ricopro di engobio colorato che con appositi strumenti appuntiti di vario tipo, decoro a mano libera, "graffiando" via il colore.
Dopo di che i pezzi vengono biscottati a 980° e in seguito smaltati all'interno e infornati una seconda volta a 1280°.
L'alta temperatura conferisce maggiore resistenza agli urti e all'usura.
Utilizzo questa tecnica per lo più per realizzare oggetti decorativi per la casa, come lampade, centrotavola, vasi e oggetti d'uso quotidiano.